Avevo pensato di iniziare questo pezzo scrivendo “È una sera come tante altre…”.
Avrei scritto una bugia. Spesso l’apparenza inganna. Non esistono sere uguali ad altre sere.
Stesso divano. Stessa tv, accesa sempre sullo stesso canale. Il cartone della solita pizza margherita, appoggiato per terra. La stessa marca di birra, una Corona Extra. Pensa, stasera danno pure Top Gun. Lo stesso meraviglioso film di sempre.
Eppure in questo deserto di novità sono riuscito a scovare l’insolito.
Ho trovato te. Tra i miei pensieri. Quelli migliori. O forse i peggiori…
La retorica delle storie d’amore non mi è mai piaciuta, lo sai. Non amo particolarmente gli ornamenti. Ecco perché mi manchi. Perché non sei mai stata un’aggiunta, un abbellimento.
Al contrario, hai imbruttito la mia finta felicità. Hai destabilizzato la mia instabile stabilità. Hai deturpato il mio paesaggio artefatto. Ti sei permessa persino di sbrogliare le mie idee perfettamente aggrovigliate.
Ci avevo messo un sacco ad abituarmi a quelle cose lì, sai?
Ed invece tu hai preso, quel giorno, e hai deciso che avresti dovuto schifosamente migliorarmi la vita. Ma chi te l’ha chiesto?!
Chi te l’ha chiesto di guardarmi in quel modo? Con quegli occhi che sapevano dove mirare per farmi imbarazzare.
Chi te l’ha chiesto di fare i doppioni delle chiavi di casa tua e farle recapitare in ufficio da me, con quello stupido bigliettino “giochiamo a nascondino?”. Chi te l’ha chiesto di farti trovare subito… nuda, sotto la doccia. E se ti avessi ucciso? Tipo la scena di Psycho di Hitchcock?
E invece no. Chi te l’ha chiesto di tirarmi dentro, vestito, e poi accarezzarmi, e poi sfiorarmi, e poi fare l’amore con me? In quel modo che lo fai una volta e te lo ricordi per tutta la vita.
Chi te l’ha chiesto di passare il week end da me? Potevi far shopping, come tutte. Avevo la febbre. Chi te l’ha chiesto di farmela passare leggendomi le pagine del tuo romanzo preferito, lì, accanto a me… tra un kleenex, un’aspirina e una minestra riscaldata. Cazzo, l’unico caso della mia vita in cui m’è piaciuta una minestra riscaldata!
Chi te l’ha chiesto di mandarmi un sms, tutte le sere, alle dieci in punto. Anche se eravamo insieme, al ristorante, a casa, al cinema… chi te l’ha chiesto di allontanarti, andare al bagno e scrivermi qualsiasi cosa. Anche quegli stupidi “Ti amo”. Non potevi dirmelo a voce?
Chi ti ha chiesto di spiegarmi perché alle dieci in punto. Ogni sera. Non avevo bisogno di sapere che per te il dieci simboleggiava la perfezione, come anche l’annullamento di tutte le cose. 10 = 1+0 = 1. Un sms a sera per te voleva dire l’eterno ricominciare. Con me.
Ma poi, chi te l’ha chiesto di andartene?
Torna presto!
Notte.
Ps. Top Gun anche stasera è finito allo stesso modo. Forse, con te, non sarebbe successo…
[photo by ANTONIO ERRIGO]