Antonio Errigo
29/12/2012
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cataniaetnapanoramaveduta

“Ci sono libri che vai a scegliere in mezzo a tanti altri, e libri,come questo, che ti vengono a cercare.

Mi sono imbattuta per caso in VENGO CON TE di Antonio Errigo (alla sua prima opera come scrittore) e ho deciso di volergli concedere la mia fiducia, il mio tempo.

Ieri ho terminato di leggerlo e l’ho richiuso con un bel sorriso stampato in faccia. Sono stata ben ripagata con tre belle ore di lettura un pò ironica, un pò romantica, un pò sognatrice.

Un Fabio Volo alla buona, un sussurratore di pensieri semplici e diretti.

 

“Vengo con te” non è stato un libro che mi ha presa subito, occorre che io sia sincera.

Inizialmente la storia non mi aveva rapita. Il blocco del lettore è una cosa che a volte capita. Io trovavo eccessivamente perfetto il protagonista, studente universitario con una vita da copertina, una famiglia perfetta e il mondo del lavoro troppo a portata di mano.

Ma questa impasse iniziale credo sia stata del tutto personale, dovuta più al parallelismo che io continuavo a fare fra la mia storia e la sua. Stridente parallelismo.

 

Dalla cinquantesima pagina, però, la narrazione spicca il volo. La scorrevolezza per me è coincisa con l’ingresso in scena di Bianca, la fastidiosa e pungente Bianca. La sua imperfezione ti prende, la sua fragilità ti cattura. Lei è le paure che non confesso, la tesi di laurea che non ho scritto, i muri di parole che tiro su, gli spazi che metto tra me e gli altri e l’ironia con cui lancio comunque loro una zattera…

Bianca sono io, una me più comunista e spettinata. Una me più debole e, al tempo stesso, più sfrontata.

E’ lei l’eroina di questa storia a mio parere.

Bologna, la tanto amata Bologna così ben descritta nei vari capitoli, è lei con i suoi stivali consumati, i suoi capelli tirati su come viene, la sua vita curvilinea.

 

La storia è quella di queste due persone agli antipodi, il figlio di buona famiglia, Antonio, e la ragazza sui generis, Bianca.

Un incontro esilarante, a tratti comico, dal quale scaturirà la voglia per entrambi di colmare a vicenda i vuoti l’uno dell’altra. Fanno scorta di attimi vissuti senza pensarci troppo su, fanno l’amore ma non si tengono per mano se camminano per strada e, come sempre accade, pur negando l’evidenza a sé stessi, finiscono per innamorarsi.

 

Ma il fulcro, più che la storia d’amore in sè, è il tema latente del viaggio, inteso sia come percorso intimo e interiore di riscoperta e di rinascita, sia come cammino verso il mondo e con il mondo.

 

Lo consiglio ai sognatori, a coloro che sono sempre lì, sul confine fra il buttare la spugna e il tentare ancora una volta. Lo consiglio a chi non crede negli stereotipi, a chi sa andare al di là delle apparenze. Lo consiglio a chi vuole semplicemente scoprire la storia del ragazzo della porta accanto. E, infine, lo consiglio a chi ama le fotografie ben fatte, nel libro ve ne sono parecchie degne di nota.

 

Buona lettura, Ines”

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