Antonio Errigo
24/02/2013
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Siamo tutto e non siamo niente.

 

Interpretiamo un ruolo. E questo non lo dico io ma la storia. Sono i libri a insegnarcelo.

 

Ne ho parlato con Pirandello, qualche giorno fa. Gli ho chiesto perché ha scelto di far raccontare la complessità dei nostri uno, nessuno o centomila rapporti umani ad un personaggio ordinario e mediocre come Vitangelo Moscarda.

Ho chiesto a Nietzsche come ha fatto ad affermare tutto ed il contrario di tutto. Una vita antinomica, tra l’apollineo e il dionisiaco.

Ho passeggiato con Josè Saramago cercando di capire come abbia fatto a comprendere le dinamiche dell’umanità.

Così belle. Così diverse. Ovunque così uguali …

 

No, non sono impazzito.

 

Alla fine credo sia proprio così: con gli autori dei libri che leggo, io ci divento sempre un po’ amico. Fingo di averceli accanto. Parlo con loro per rispondere intimamente a me stesso.

 

Ed oggi, dopo un paio di settimane decisamente intense e consapevole che le prossime non saranno meno impegnative, sono arrivato alla conclusione che viviamo nel mondo dei giochi di ruolo.

 

La nostra vita è un evento spettacolare. Una drammatizzazione scenica che si svolge di fronte ad un parterre fitto di altrettanti interpreti e commedianti.

 

I nostri dialoghi sono testi recitati. Drammatici o spassosi. Prolissi o goderecci.

 

Siamo degli artisti di strada ma non ce ne rendiamo conto.

 

Eppure guardatevi intorno. I teatri sono perfetti.

Corso Como a Milano…

Piazza del Campo a Siena …

Via Margutta a Roma …

Via Caracciolo a Napoli …

Via Etnea a Catania …

 

Ci permettiamo quotidianamente il lusso di essere protagonisti di giornate bugiarde. Comparse in amori mai iniziati. Giullari di corti sempre meno pronte a sorridere.

 

Sedotti o seduttori. Ingannati o ingannatori. Il trucco è quello di sempre.

Un po’ di fard per ringiovanire. Quella riga nera sull’occhio per farlo sembrare più intrigante. Un po’ di correttore per nascondere le occhiaie… una sciacquatina ai denti, un po’ di gel e due gocce di colonia.

 

Stiamo diventando giorno dopo giorno, mese dopo mese, di decennio in decennio… sempre troppo bravi a tradire noi stessi, mettendo sù degli spettacolini che riempiono i nostri tempi morti.

 

Ma cosa stiamo facendo ragazzi?!

Ma perché facciamo così?

 

Guardate che la vita è già complicata di suo. Noi abbiamo solo il compito di farla scivolare via nel miglior modo possibile.

 

Un ti amo… è un ti amo!

Un’incazzatura è un’incazzatura…

Una gioia è una gioia e una delusione è una delusione.

 

E per quanto bravi, noi non possiamo fingere che non sia così.

 

Opinioni, credenze, virtù, ideali, sentimenti ed emozioni. Mi fa rabbia l’idea che nascondiamo tutto in nome di non so cosa…

 

Ci stiamo abituando sempre di più a svegliarci la mattina per fare un lavoro che non ci piace fare. Studiare ciò che non ci piace studiare.Far finta di amare una persona che non amiamo più. Farci piacere una donna che non ci è mai piaciuta. O un uomo che è l’esatto contrario di quello che incontriamo tutte le notti nei nostri sogni.

 

No ragazzi, no! Cosi non va bene…

 

Lo so, dire “non ti amo più” è maledettamente difficile. Ma vale molto, molto di più di un debole e greve “buongiorno amo”, ripetuto per dieci anni. Dieci lunghi anni dove tu avrai negato a te stesso la possibilità di dire un altro … altri due… o tre … o quattro … o quanti te ne pare, ti amo … di quelli che escono da soli da una bocca incapace di silenziarsi. Di quelli che non puoi, che non riesci a trattenere. Ed avrai negato anche la possibilità a chi ti sta affianco di smettere di essere il serpente incantato dalle tue false melodie.

 

Ci meritiamo la verità. La dobbiamo a noi stessi anche se il costo è alto.

 

Domani mattina mi auguro che troviate la forza di svuotare i vostri armadi e le vostre cassettiere dagli abiti di scena.

Vi auguro di riuscire a raccogliere in un solo e rabbioso abbraccio tutti i trucchi appoggiati sulle tolette delle vostre camere, dei vostri camerini… e lasciarli cadere nel secchione dell’immondizia.

 

Mi auguro che riusciate ad indossate i vostri jeans e le vostre scarpe più comode.

Mi auguro che riusciate a guardare bene in faccia la persona che vi sta affianco. A farle una carezza sincera …

Mi auguro anche che riusciate a pensare al vostro capo. Alla vostra postazione di lavoro. A rileggere il vostro programma di studi.

 

E se tutto quello che vedrete non vi piace … beh, CAMBIATELO !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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