Mi discosto un bel po’ dai post precedenti, lo anticipo. Ma oggi, per me è un giorno speciale:
Vengo con te compie 1 anno.
Non cammina ancora da solo, come fanno i grandi, ma ce la farà … è già forte. Fortissimo!
Non so davvero da dove cominciare. Forse dai dati, sono noiosi ma immediati. Beh, eccoli:
– 2 premi internazionali vinti: Il “Premio Internazionale della Bontà” (che per quanto faccia ridere, esiste e negli anni è stato assegnato a personalità di spicco) e il Premio Internazionale Calabria (giunto alla sua cinquantesima edizione).
– 1 semifinale conquistata al concorso letterario internazionale “Trofeo Penna d’Autore”, concorso patrocinato dalla Regione Piemonte e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: 349 i partecipanti (trecentoquarantanove libri!). Mi sono piazzato nei primi 60.
– 1 sito web, che pubblicizza interamente il mio libro, in nomination tra gli “Awwwards”, una competizione mondiale. I meriti spettano solo e soltanto all’ideatore e creatore del sito, ma mi inorgoglisce molto anche questo.
– 834 “mi piace” sulla pagina Facebook ufficiale.
– 856 visualizzazioni del video su Youtube (home made! Un Iphone 4S ti salva la vita!).
– 79 fotografie scattate in 7 Paesi del mondo (una sorta di lento flash-mob che mi ha divertito moltissimo).
– Centinaia e centinaia di mail ricevute con i vostri commenti (non mi aspettavo nulla del genere né da chi mi conosce né da chi invece non mi conosce affatto).
Sapete, io non sono mai stato bravo in matematica. Anzi, a pensarci bene, devo ammettere che riuscivo a leggere negli occhi della mia professoressa un leggero senso di sdegno e riprovazione quando m’interrogava.
Mi sento più a mio agio con le parole, con i sinonimi, i contrari, i concetti. Forse, con le emozioni…
Ma questi per me non sono numeri e basta. Quelli che ho appena elencato, sono palpitazioni, sono brividi, sono sensazioni, sono scosse …
Ho cominciato a scrivere questo libro per necessità, in un momento particolare della mia vita. Nulla di drammatico, anzi. Solo un momento di cambiamento, di quelli che capitano a tutti noi. Un momento in cui sentivo le ossa allungarsi. In cui vedevo le espressioni del viso più marcate. Un momento in cui sentivo che la mia vita stava virando verso un altro mare. Acque di cui non conoscevo le profondità. Spazi aperti con raffiche di vento improvvise e, quando c’era il sole … beh, era troppo caldo.
La scrittura divenne inaspettatamente il mio riparo, la mia rada, il mio porto sicuro.
Non ero cosciente di quel che stava accadendo. Lo facevo e basta. Scrivevo per me e per nessun’altro.
Tutto quello che è venuto dopo, è roba da sogno. Ammesso che non l’abbia già fatto, potrei raccontarvelo ma rischierei di annoiarvi.
Sono sufficienti tre parole: fortuna, tenacia e sfacciataggine.
Tre episodi, poi, possono aiutarmi a condividere con voi le sensazioni provate in questa singolare esperienza narrativa:
Una coincidenza che sa di assurdo e che non racconto quasi mai perché mi rendo conto che è davvero difficile da credere.
Ora, ammesso che fosse ubriaco (e non lo era!), voi pensate che io abbia dormito quella notte? No, non l’ho fatto perché non volevo dimenticare, dormendo, tutte quelle speranze. Tutta quella fiducia. Tutte quelle parole.
E le ripetevo, le ripetevo, fino a convincermi che Franco Ferrarotti avesse parlato proprio di me (gratis, eh!).
Senza voler fare torto a quelli (a centinaia per fortuna) che non cito, devo ammettere di aver provato delle emozioni fortissime leggendo i seguenti passi di alcuni commenti scritti che mi sono arrivati in questi dodici mesi:
1. “Voi, ovvero il gruppo dei “Compà”, mi avete donato tanto senza nemmeno saperlo. E di questo ti ringrazio, perché le tue “scripta” rimarranno per me una solida ancora alla Vita.”
2. “Il libro si apre con un’affermazione che è insieme una promessa: “Quando scrivo sono più sincero. Più vero”, ed è questo forse il vero valore di questa storia, quello della condivisione di alcuni momenti di intima riflessione di uno scrittore-protagonista che ci regala una storia uguale a mille storie ma insieme unica(…)È come leggere un diario grazie al quale poter scoprire qualcosa dì più sull’autore e forse anche su noi stessi perché Antonio ha fatto quello che molti di noi non hanno il coraggio di fare, si è seduto e si è messo a scrivere (…). Quando si cammina si incontrano tante persone, il primo giorno che ho incontrato Antonio Errigo eravamo a Milano, abbiamo camminato tanto e mi sono divertito. Con questo libro potete decidere di accettare l’invito di Antonio e cominciare a passeggiare con lui tra le vie di Bologna, sotto la poggia, ascoltando musica o sorridendo delle battutacce di Celestino. Decidere di iniziare a leggerlo è il miglior modo per dire Vengo con te ”.
3. “Ci sono libri che vai a scegliere in mezzo a tanti altri, e libri, come questo, che ti vengono a cercare. Mi sono imbattuta per caso in VENGO CON TE di Antonio Errigo (alla sua prima opera come scrittore) e ho deciso di volergli concedere la mia fiducia, il mio tempo. Ieri ho terminato di leggerlo e l’ho richiuso con un bel sorriso stampato in faccia. Sono stata ben ripagata con tre belle ore di lettura un pò ironica, un pò romantica, un pò sognatrice (…) “Lo consiglio ai sognatori, a coloro che sono sempre lì, sul confine fra il buttare la spugna e il tentare ancora una volta. Lo consiglio a chi non crede negli stereotipi, a chi sa andare al di là delle apparenze”.
4. “(…) Mi sono imposta di chiudere il libro, di riflettere su ciò che mi stava lasciando dentro….ero io?! O mi ero fatta trasportare troppo dalla tua vita, così simile alla mia?! Era questa dannata voglia di fuggire che ti aveva portato a Bologna?! Era questa dannata voglia di equilibrio che ti aveva fatto infatuare di Bianca?! (…)Le parole della tua vita sono una serie di emozioni che ti avvolgono e stravolgono, che ti fanno sentire parte integrante di una semplice quotidianità, amore, amicizia, realizzazione professionale e morte… (…)”Vengo con te” è un libro semplice, è il cammino che tutti fanno o vorrebbero fare ma che nessuno ha il coraggio di scrivere ed affrontare; t’incuriosisce, t’inghiotte (…)”…è un po’ come quando ti guardi allo specchio e fissi i tuoi occhi, cercando inconsapevolmente di vedere la tua anima…TU L’HAI FATTO ”
5. “I libri sono viaggi sono cammini, non sono solo storie… Sono scommesse. Sono passi dentro e fuori di noi (…) Antonio l’ho voluto conoscere, è stato facile, anche lui voleva conoscermi. Quando l’ho incontrato aveva un sorriso bellissimo ed io, i sorrisi delle persone che ho incontrato nella mia vita, li ricordo tutti. Perché ci vuole coraggio per sorridere alla vita”.
Certo, sono solo stralci. Quelli che ritengo più significativi. Occorre però dire che mi è stata mossa anche qualche critica … e ci mancherebbe altro!!
Una sera sono uscito con una mia amica. Ci siamo seduti a prendere un té caldo al bar della Feltrinelli di Piazza Argentina a Roma. Una libreria grandissima.
Abbiamo parlato degli autori che più ci piacevano. Abbiamo parlato del nostro presente, delle aspettative e dei desideri futuri. Abbiamo parlato del mio libro e poi del mio blog.
È strano, ma m’imbarazza sempre parlare delle cose che scrivo, non so perché. Tendevo quasi a sminuire o ad affievolire il valore dei miei scritti e lei, per l’ennesima volta, mi ha detto: « … ma la smetti di essere così modesto?». Questa volta però il tono era serio, quasi intimidatorio. Ho taciuto per qualche secondo, non sapevo cosa dire. Ci ha pensato lei a schiarirmi le idee. « …lo vuoi capire che sei bravo?».
Il nostro discorso finì così. Non c’era nulla da aggiungere.
Ecco, cari amici miei, se io sia bravo o meno, se io potrò mai permettermi il lusso di definirmi “Scrittore”, sarà solo e soltanto il tempo a dircelo.
Per ora sono solo una persona che ama comunicare dei concetti attraverso la scrittura. E, anche se questa rimarrà la mia unica esperienza letteraria, sappiate che io scoppio di felicità perché non c’è cosa più bella che cercare di regalare delle emozioni a chi legge e … riuscirci!
… GRAZIE A TUTTI VOI …
Anto
[photo by MARIANNA ERRIGO]